Nacque nel castello di Racconigi alle 23.15 del 14 settembre 1904 e alla nascita pesava 4,550 Kg. Per comodità fu dichiarato il giorno 15 settembre come data di nascita ufficiale. Il 29 settembre venne concesso all’erede al trono il titolo nobiliare di Principe di Piemonte e venne battezzato nella cappella Paolina del Quirinale il 4 novembre in presenza di esponenti di tutte le case reali europee. La nascita di Umberto sollevò i genitori dal timore che la dinastia si estinguesse, lasciando il trono al ramo collaterale dei Savoia –Aosta: se Umberto I aveva avuto un unico figlio maschio (Vittorio Emanuele III), suo fratello Amedeo ne aveva avuti quattro, il primogenito dei quali, fino ad allora l’erede presuntivo al trono, Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, era già padre di due figli ed era diviso dal cugino sovrano da una non velata rivalità.
Il Quirinale impiegò l’immagine del piccolo erede al trono, e le sue foto a tre anni vestito alla marinara, da piccolo corazziere, con l’uniforme storica della scuola militare Nunziatella e con l’uniforme da boy scout del Corpo nazionale dei giovani esploratori italiani, assieme alle sorelle nel parco della villa di san Rossore vennero fatte pubblicare sulla rivista L’Illustrazione Italiana o come cartoline. Secondo la prassi per ogni principe ereditario, Umberto compie una rapida carriera militare, frequentando la Scuola militare di Roma dal 1918 al 1921 e divenendo Generale dell’esercito. Dopo il 1925 si stabilisce nel Palazzo Reale a Torino dove fino al matrimonio conduce una vita spensierata.
L’8 gennaio 1930, nella Cappella Paolina del Quirinale, si sposa con Maria José, Principessa del Belgio. Umberto veste l’uniforme di Colonnello di Fanteria.
La coppia ebbe quattro figli: Maria Pia (nata il 24 settembre 1934); il Principe ereditario Vittorio Emanuele (nato il 12 febbraio 1937); Maria Gabriella (nata il 24 febbraio 1940) e Maria Beatrice (nata il 2 febbraio 1943).
Con l’entrata in guerra nel 1940 contro la Francia, al Principe venne dato il comando delle armate operanti al confine francese e a Mentone incontrò la moglie, divenuta Ispettrice nazionale del Corpo infermiere Volontarie della Croce Rossa italiana. Il 5 giugno del 1944, dopo la liberazione di Roma, Vittorio Emanuele III nominò il figlio luogotenente generale del Regno, in base agli accordi tra le varie forze politiche che formavano il Comitato di Liberazione Nazionale, e che prevedevano di «congelare» la questione istituzionale fino al termine del conflitto. Il luogotenente si guadagnò ben presto la fiducia degli Alleati grazie alla scelta di mantenere la monarchia italiana su posizioni filoccidentali.
l 9 maggio 1946, ad appena un mese dallo svolgimento del referendum istituzionale che dovrà decidere tra monarchia e repubblica, Vittorio Emanuele III abdicò e si trasferì in Egitto con la regina Elena, assumendo il titolo di conte di Pollenzo.
Il 16 marzo 1946 il principe Umberto aveva decretato che la forma istituzionale dello Stato sarebbe stata decisa mediante referendum, contemporaneo alle elezioni per l’Assemblea costituente.
Nella giornata del 2 giugno e la mattina del 3 giugno 1946 ebbe dunque luogo il referendum per scegliere fra monarchia o repubblica. La maggioranza in favore della soluzione repubblicana fu di circa due milioni dei voti validi, anche se i monarchici non mancheranno di presentare ricorsi e di diffondere voci di presunti brogli. Umberto preferì prendere atto del fatto compiuto e decidere l’esilio, il 13 giugno, in Portogallo a Cascais.
In Portogallo era stato in esilio anche il suo trisavolo, il re Carlo Alberto, morto a Oporto nel 1849.
A partire dal 1964 Umberto II subì una serie interventi chirurgici piuttosto invasivi, probabilmente a causa del tumore che dopo lunghe sofferenze sarà la causa della sua morte, avvenuta a Ginevra alle 15:45 del 18 marzo 1983, in una clinica dove era stato trasferito pochi giorni prima da Londra, in un estremo quanto inutile tentativo di allungargli la vita.