Nel corso della Prima Guerra Mondiale, nelle fasi concitate del combattimento, venivano impiegati militari, all’uopo addestrati, per il trasporto di ordini. Detti soldati per lo svolgimento del delicato incarico erano spesso costretti a percorrere itinerari esposti al fuoco nemico. In molti casi restavano vittime del dovere.
La Brigata Granatieri di Sardegna può vantare tra le sue fila due di questi eroi, entrambi decorati di medaglia d’oro al Valor Militare. Essi sono:
Nella vetrina, oltre le foto dei due eroi, sono esposte:
Altra peculiarità della Brigata sono il numero dei Cappellani Militari decorati al valore . Essi sono:
I predetti sacerdoti sono rimasti legati alla famiglia dei Granatieri. Specie Don Luigi Quadri, presente anche a Fiume, divenne il cappellano dell’Associazione Nazionale.
Nella vetrina sono esposti, oltre le fotografie dei Sacerdoti, documenti personali degli stessi, e quelli relativi a specifiche attività quali i rapporti con i familiari dei Granatieri, la ricognizione sulle salme dei caduti e la relativa annotazione degli oggetti che il defunto portava in dosso al momento della morte.
Ai lati vi è un altare da campo, esemplare rarissimo. Ed in alto l’uniforme di Don Luigi Quadri.
La Brigata Granatieri può vantare il più alto numero di medaglie al Valor Militare concesse alle Unità durante la Prima Guerra Mondiale.
Nel prospetto all’interno della vetrina sono elencati i dati numerici.
Inoltre la Brigata fu citata ben 7 volte sul Bollettino del Comando Supremo, a riprova del valore non solo individuale, ma collettivo.
Nella vetrina oltre il citato prospetto, sono esposti alcuni esemplari dei citati bollettini e delle foto di Granatieri e della Brigata che sfila davanti ad Emanuele Filiberto, Comandante della 3a Armata.
Non tutti sanno che i sette giurati di Ronchi erano Ufficiali del 2° Reggimento Granatieri e che la Marcia su Fiume fu iniziata dal II Battaglione del 2° Granatieri e portata a termine dallo stesso a cui si unirono altri reparti ed uomini.
Il legame trai i Granatieri e la città di Fiume ebbe inizio all’indomani della Vittoria ed esattamente il 17 novembre 1918, allorché alla Brigata Granatieri fu concesso l’onore di entrare per prima nella città. Subito i rapporti fra Granatieri e Fiumani furono intensi, in contrasto di quelli dei cittadini con le altre truppe straniere, in particolare francesi e croati. Questo stato di tensione sfociò in una rissa con morti che comportò l’ordine di allontanamento della Brigata Granatieri che fu costretta a lasciare la città, in una cornice di tristezza nelle giornate tra il 27 ed il 30 agosto 1919.
Nella sede provvisoria di Ronchi, alcuni Ufficiali del 2° Granatieri giurarono che Fiume dovesse essere italiana, e dopo aver offerto al Sommo Vate D’Annunzio il comando dell’impresa ed ottenuta la disponibilità, il 12 settembre 2019, marciarono sulla città.
Per ovvi motivi “punitivi”, velati dalla necessità di non tenere nella capitale una Brigata “particolarmente patriottica” in un momento di fervente tensione per gli scarsi risultati dell’Italia nei trattati di Versailles. la Brigata fu inviata a presidio dei territori occupati. L’Unità fece rientro a Roma nel 1920 a meno di un’aliquota che rimase fino al 1922 a presidio del territorio durante la consultazione elettorale per la nuova Repubblica Austriaca.
Nella vetrina si possono ammirare: