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Autocarro OM Taurus

Autocarro OM Taurus del regio esercito, in uso presso la Wehrmacht.

La storia di questo autocarro di dimensioni medie inizia alla fine degli anni ’30 con la sua produzione nelle Officine Meccaniche (OM assorbita dalla FIAT nel 1933) e la successiva assegnazione al Regio Esercito italiano.

Con la sua massa a pieno carico di 6.5 tonnellate e un carico utile di 3 tonnellate, nell’impiego bellico diede buona prova di sé, soprattutto in Africa Settentrionale, rivelandosi come uno dei migliori autocarri della sua classe.

Con l’Armistizio dell’8 settembre 1943, ingenti quantità di armamenti oltre a veicoli e mezzi corazzati del Regio Esercito vennero catturati dai tedeschi e la produzione delle fabbriche italiane venne dirottata per equipaggiare la macchina bellica tedesca. Anche questo autocarro venne catturato e assegnato alla Wehrmacht che provvide a riverniciarlo e munirlo dei caratteristici simboli sulle portiere e nuove targhe.

I tedeschi utilizzarono largamente questo tipo di autocarro nel 1943-45, anche installando mitragliere sul cassone o utilizzandolo come trattore per semi-rimorchi e inoltre nel biennio 1944-45 almeno 2300 autocarri sempre di questo modello, vennero prodotti nelle fabbriche italiane e consegnati a loro.

Con la fine della guerra, l’autocarro raffigurato in fotografia seguì il destino di altre migliaia di autocarri di tutti gli eserciti che si erano scontrati sul nostro territorio e abbandonato in intere montagne di residui e rottami.

Fu per amministrare al meglio tutti questi materiali, importantissimi e essenziali per un paese che al termine della guerra si era ritrovato impoverito e con un disperato bisogno di tutto per risolvere molti problemi elementari di sopravvivenza e fare ripartire la ricostruzione e l’economia, che venne creato dal Governo di Unità Nazionale, nell’ottobre 1945 un apposito ente statale denominato “Azienda Rilievo Alienazione Residuati” meglio nota come ARAR.

Nei depositi di questo ente sparsi in tutta Italia, grandissime masse di materiali, dai metalli delle armi, dei carri armati, degli aerei, dei veicoli, ai carburanti per i mezzi di trasporto, a munizioni, alimenti conservati, indumenti, componenti per l’elettricità e le telecomunicazioni vennero venduti alle fonderie per recuperare i preziosi metalli per la produzione dei beni di prima necessità o ai privati per permettere la loro conversione a un uso civile.

Questi beni e materiali bellici confiscati al nemico sconfitto o abbandonati dall’esercito alleato vennero accumulati in questi depositi e chiunque poteva acquistare quanto di proprio interesse per i propri lavori agricoli o per altri impieghi. L’ARAR si occupò anche del compito di restituire ai legittimi proprietari migliaia di oggetti di grande valore confiscati al nemico vinto e frutto delle sistematiche razzie operate durante la ritirata tedesca o della spoliazione delle famiglie ebree e non.

L’autocarro in fotografia venne acquistato da una ditta di trasporti a breve e medio raggio nel deposito ARAR nel quale era stato trasformato nel 1946 l’autodromo di Monza. Venne riverniciato superficialmente e molti anni dopo abbandonato sotto un porticato.

Nuovamente recuperato e restaurato venne rimesso in moto e bastò scrostare l’ultimo strato di vernice per rivedere comparire i simboli della Wehrmacht.

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Marco Torelli

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